L’Erasmus come esperienza universale
“L’Erasmus ti cambia la vita” è una frase che tutti una volta nella vita hanno sentito pronunciare da qualcuno. Ed è molto probabile che sia stata seguita da un’alzata di occhi al cielo o che la frase non sia stata presa sul serio, perché c’è da ammetterlo… è piuttosto smielata. Ma c’è una domanda che sorge inevitabilmente alla testa: perché la maggior parte degli studenti sostengono che quei pochi mesi all’estero siano stati una parte così radicale della loro vita e un momento così fondamentale del loro percorso? È una domanda che non ha una sola risposta, c’è chi considera il suo Erasmus così importante perché non aveva mai vissuto da solo all’estero prima di quel momento, chi perché gli ha permesso di migliorare la sua padronanza di una lingua straniera, chi ha trovato il Paese dei suoi sogni per vivere e lavorare in futuro, e chi vi ha persino trovato l’amore della propria vita.
Tuttavia, tutte queste singole e personali esperienze sono affiancate da aspetti che sono così intrinsechi nel progetto Erasmus e così inevitabili che vengono condivisi da tutti, rendendolo un’opportunità universalmente unica.
Noi di ESN Ancona abbiamo pensato di chiedere ad alcuni dei nostri membri attivi, che hanno già avuto la fortuna di partire per il progetto, quali sono le cose che hanno reso il loro Erasmus indimenticabile. Non abbiamo dato loro nessuna indicazione, nessun punto particolare su cui focalizzarsi, nessuna domanda a cui rispondere. Quello che ne è uscito fuori è un risultato interessante; la maggior parte di loro ha menzionato gli stessi aspetti che hanno segnato il loro soggiorno all’estero, e tutti sembrano condividere gli stessi sentimenti e le stesse impressioni.
Tutti loro avevano ansie e paure prima di partire, ma sono state immediatamente spazzate via da un Paese che li ha accolti e fatto sentire subito a casa. I legami, le conoscenze e le genuine amicizie che si vengono a creare in un contesto così particolare portano con loro una forza unica, capace di durare nel tempo e resistenze alla distanza. Le differenze culturali e la condivisione di diverse esperienze di vita da parte di persone provenienti da ogni angolo del mondo rappresentano un arricchimento personale che nessuno dei nostri ESNers ha potuto evitare di nominare, così come la possibilità di esplorare non solo una nuova città, ma un intero Paese, attraverso la possibilità di viaggiare in diversi angoli dello stesso.
Meno scontata è forse la parte dello studio, spesso considerata inferiore a quello che potrebbe essere un semestre nell’università del proprio paese di origine; ma un sistema accademico diverso non è un cattivo sistema accademico, tutt’altro. Il confrontarsi con nuovi metodi di studio si presenta come un’ennesima sfida da superare e un’ulteriore esperienza acquisita. Come già detto, l’Erasmus è un’esperienza universale. Quello che gli studenti italiani provano andando all’estero è lo stesso che gli studenti stranieri provano quando vengono qui.
Che sia dalla Germania, dalla Spagna, dal Portogallo, dal Belgio o da un’infinità di altri Paesi, quello che rimane dentro di ognuno è un sentimento non confinabile ad una nazionalità, ma un’esperienza condivisa che lega tra loro migliaia e migliaia di giovani da tutto il mondo.
Chiara B.